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L'alluvione del 1966: mancava l'acqua Quel quattro novembre del 1966 fu una vera calamità. In molti si prodigarono per portare soccorsi. Anche le Poste, con i propri autisti e i propri portalettere.

Alluvione del 1966 Mancava l’acqua. Acqua, acqua dappertutto e nemmeno una goccia da bere. Mancava l’acqua per lavarsi, per cucinare, per cacciare l’acqua e ripulire le strade dalla fanghiglia e dai detriti mentre le ruspe rimuovevano carcasse di animali, macerie, tronchi di alberi e le idrovore risucchiavano tutta quell’acqua che allagava cantine e negozi e appartamenti dopo essere arrivata ai balconi, aver invaso le scale, i musei, le biblioteche, le piazze.
 
Tutti dicono l’alluvione di Firenze, ma quella del quattro novembre del 1966 fu una calamità anche per il Veneto, il Trentino, l'Emilia Romagna e la Toscana.
 
Erano saltate le condutture idriche, acquedotto fuori uso. E mancava il gas, l’elettricità, il riscaldamento.
 
Tutte le comunicazioni erano interrotte.
Gli uffici telegrafici erano isolati, le centrali telefoniche fuori servizio e quindi impossibile telefonare o ricevere telefonate; anche le comunicazioni radio, impossibile trasmettere o ricevere i telegrammi via radio (i famosi Marconigramma).
 
Alluvione del 1966 Mancava l’acqua e furono portalettere e autisti delle Poste a portarle alla popolazione con furgoni colmi di taniche riempite a Roma, a Bologna, insieme a coperte e generi alimentari.
Non si poteva comunicare e furono i tecnici delle Poste a ripristinare i collegamenti telefonici, telegrafici, i ponti radio già il giorno dopo l’alluvione.
 
Lo mostrano le scene estrapolate da un filmato dell’Archivio Storico di Poste Italiane. Una vecchia pellicola 35 millimetri, in bianco e nero, senza audio. Immagini di cronaca allo stato puro, senza alcuna voce narrante e alcun motaggio, girate pochi giorni dopo il nubifragio, in Veneto, in Trentino, in Toscana, in Emilia Romagna.
 
Nel filmato si vedono le campagne allagate, le cascine sommerse dall’acqua, mucche uccise dall’acqua e trascinate sull’asfalto di una strada, edifici sventrati, il salvataggio di un cane che rischia di annegare, masserizie a bordo strada recuperate dal fango e persone che spalano, scavano, rimuovono detriti e macerie, i mezzi di soccorso dell’esercito, il ripristino dei servizi postali, la riapertura degli uffici, i soccorsi portati dalle Poste.
 
Per saperne di più leggi la scheda informativa redatta dall’Archivio Storico di Poste Italiane e guarda i filmati girati nelle regioni colpite: vai nella sezione “I nostri filmati” della pagina Poste Italiane e il suo patrimonio culturale.
 
archiviostorico@posteitaliane.it