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Corrispondenza & Pacchi

Il mercato dei servizi postali sta attraversando un periodo di radicale cambiamento, legato principalmente alla trasformazione digitale, che ha influenzato il volume di lettere e pacchi in circolazione. A livello di macro-trend, il continuo calo strutturale dei volumi di posta tradizionale, sostituiti da forme di comunicazione digitale (e-mail, messaggistica istantanea, ecc.), è accompagnato da un aumento del volume dei pacchi spediti.

In particolare, per il mercato della corrispondenza, dopo il consistente calo dei volumi del 2020 (-19% rispetto al 2019), il 2021 ha confermato un trend di sostanziale stabilità (+0,2% rispetto al 2020). Nel 2022, il mercato ha subito un ulteriore calo (-5,3% rispetto al 2021), soprattutto a causa degli effetti della sostituzione elettronica.

Il settore dei pacchi ha vissuto un periodo di incertezza nel 2022, ma questo non ha influito sul valore del mercato, che è cresciuto fortemente negli anni della pandemia. Gli effetti che hanno condizionato la prosecuzione del trend di crescita registrato negli ultimi anni possono essere riassunti nell'aumento generalizzato dei costi determinato dal conflitto russo-ucraino, nell'aumento dell'inflazione con la conseguente diminuzione del potere d'acquisto dei consumatori e nella minore propensione agli acquisti privati (anche on-line). Questa tendenza è visibile anche a livello globale, come testimoniano i risultati di alcune aziende leader.

Per il settore italiano dei pacchi, le stime per il 2022 indicano quindi un valore di mercato stabile rispetto al 2021.

Pagamenti e Mobile

Gli ultimi dati disponibili sul mercato italiano delle carte di pagamento mostrano una crescita significativa del totale delle transazioni nazionali, che a settembre 2022 hanno sfiorato i 265 miliardi di euro, con un incremento del 17% rispetto a settembre 2021 grazie alla ripresa dei consumi. Il numero di transazioni è cresciuto del 18% rispetto allo stesso periodo dell'anno precedente, raggiungendo i 5,6 miliardi, segno di un uso quotidiano delle carte sempre più consolidato, anche grazie a una maggiore propensione e accettazione dell'uso dei pagamenti digitali da parte degli esercenti (e-commerce e pagamenti contactless). Le transazioni con carte di debito sono cresciute del 24% rispetto a settembre 2021 e rappresentano più della metà delle transazioni totali (circa il 60%), con transazioni che hanno superato i 155 miliardi di euro (+21% rispetto a settembre 2021). Anche le carte prepagate avanzano a ritmo sostenuto (+18% delle transazioni e +19% in termini di valore rispetto a settembre 2021), per un importo totale di oltre 46 miliardi di euro, grazie al costante sviluppo dell'e-commerce e all'aumento della penetrazione nei punti fisici. I primi nove mesi del 2022 sono stati positivi anche per le carte di credito, che hanno chiuso il periodo in crescita con transazioni in aumento del 3,9% e valore in aumento dell'8,3% rispetto a settembre 2021, per un importo totale di quasi 64 miliardi di euro e uno scontrino medio ai livelli registrati a fine 2021.

Al 30 settembre 2022, il numero di carte attive sul mercato ha superato i 93 milioni, con un incremento dell'1,5% rispetto allo stock di carte attive al 31 dicembre 2021: la crescita maggiore si è registrata sulle carte di debito, che sono aumentate del 2% rispetto al 31 dicembre 2021, totalizzando quasi 48 milioni di carte attive. In aumento anche lo stock di carte prepagate, che supera i 30 milioni (+1% rispetto al dato di fine dicembre 2021) e riprende la crescita anche delle carte di credito (+0,4% rispetto al 31 dicembre 2021) con oltre 15 milioni di carte attive.

Secondo gli ultimi dati disponibili, la penetrazione del mercato della telefonia mobile, in termini di linee mobili totali, si attesta a circa il 181% della popolazione, con gli MVNO (Mobile Virtual Network Operators) che rappresentano il 14,8. Le linee totali al 30 settembre 2022 ammontano a 107,1 milioni (+1,3% rispetto allo stesso periodo del 2021), compresi 28,6 milioni di SIM Machine to Machine (M2M) (+2,8% rispetto allo stesso periodo del 2021).

Nel corso dell'anno, il mercato dell'energia è stato fortemente impattato dal contesto geopolitico internazionale: in primo luogo, la pandemia di Covid-19 e, negli ultimi mesi, il conflitto russo-ucraino stanno influenzando i mercati e i prezzi delle materie prime, in primis il gas, con significative ripercussioni sul mercato elettrico Il prezzo del gas all'ingrosso, già a partire dall'ultimo trimestre del 2021, ha subito una forte impennata per effetto della ripresa legata al miglioramento dello scenario pandemico e all'aumento delle tensioni internazionali, che si sono acuite nel febbraio del 2022 nel suddetto conflitto. Il prezzo del gas ha superato di oltre il 500% il livello registrato nel primo semestre del 2021; anche il terzo trimestre del 2022 è stato caratterizzato da uno scenario di forti tensioni sui prezzi delle commodity energetiche, che sono risultati ancora più elevati rispetto al secondo trimestre dell'anno: i costi di acquisto molto elevati e l'elevata volatilità dei prezzi sono legati anche alle incertezze sull'affidabilità delle forniture di gas dalla Russia.
 
Durante l'estate, le scorte di gas europee sono cresciute rapidamente, mentre le fonti alternative al gas (idroelettrico, nucleare e carbone) hanno dovuto ridurre significativamente la loro produzione a causa delle alte temperature e della scarsità d'acqua; le istituzioni europee hanno annunciato misure64 per far fronte agli alti prezzi dell'energia e al rischio di scarsità di gas con l'avvicinarsi della stagione invernale (piano di riduzione dei consumi di elettricità e gas, intervento nella regolazione e nel funzionamento dei mercati energetici, valutazione di meccanismi di "price cap" per i prezzi dell'energia).
 
Nel quarto trimestre del 2022, il prezzo del gas è sceso a circa 80 euro per megawattora, grazie al raggiungimento degli obiettivi di stoccaggio dei principali Paesi europei, pur rimanendo sette volte superiore al livello osservato all'inizio del 2021.

Servizi Finanziari

Sulla base delle stime fornite dall'Associazione Bancaria Italiana (ABI), a fine 2022 la raccolta da clientela del totale delle banche in Italia, rappresentata dai depositi della clientela residente (conti correnti, certificati di deposito e pronti contro termine) e dalle obbligazioni, è diminuita dell'1,2% su base annua, attestandosi a circa 2.044 miliardi di euro: rispetto a dicembre 2021, i depositi sono diminuiti di circa 24 miliardi di euro, mentre la raccolta obbligazionaria è rimasta sostanzialmente invariata a circa 209 miliardi di euro.

A dicembre 2022, il costo medio della raccolta bancaria (che include il rendimento dei depositi, delle obbligazioni e dei pronti contro termine di famiglie e società non finanziarie) si è attestato intorno allo 0,62% (0,44% a dicembre 2021).

I prestiti bancari nel 2022 sono aumentati di circa 6 miliardi di euro e l'aggregato dei prestiti al settore privato a dicembre 2022 si è attestato a 1.479 miliardi di euro, con una variazione annuale positiva dell'1,8%. La componente dei prestiti alle famiglie e alle società non finanziarie è stata leggermente più dinamica, aumentando del 2,1% su base annua a dicembre 2022.

Nel corso del 2022 si è registrata un'accelerazione della dinamica dei tassi di interesse sui prestiti in essere alle famiglie (dal 2,13% al 3,22%), analogamente per i tassi sulle nuove operazioni commerciali (dall'1,18% al 3,44%) e per i nuovi prestiti alle famiglie per l'acquisto di abitazioni (dall'1,4% al 3,09%).

I dati di Assogestioni mostrano un totale attivo di 2.212 miliardi di euro al 31 dicembre 2022, in calo del 14,7% rispetto ai 2.594 miliardi di euro di fine 2021 (risultato fortemente influenzato dall'andamento negativo dei mercati finanziari nel periodo di riferimento).

Purpose: Crescere responsabilmente grazie al decisivo contributo delle proprie persone per il successo sostenibile, l'innovazione, digitalizzazione e coesione sociale del Paese












In termini di raccolta netta, l'industria dell'asset management ha un saldo positivo di circa 14,9 miliardi di euro nel 2022 (rispetto ai 93 miliardi di euro del 2021).

Servizi Assicurativi

Ramo Vita

Le nuove polizze vita individuali nel mercato italiano, sulla base degli ultimi dati disponibili, ammontavano a circa 76,8 miliardi di euro a fine dicembre 2022, con una variazione negativa del 12,8% rispetto al 2021. Se si considerano anche i nuovi premi vita dichiarati dalle compagnie dell'UE, il dato raggiunge gli 88,1 miliardi di euro, con una diminuzione del 16,4% rispetto al 2021.

Analizzando i dati per ramo, i premi del Ramo I, che si conferma leader nel settore vita con una quota del 66% del totale a fine dicembre 2022 (in crescita rispetto al 59% del 2021), ammontano a 50,3 miliardi di euro a fine dicembre 2022, -3,3% rispetto all'anno precedente. Rispetto al dato di fine dicembre 2021, la raccolta premi dei prodotti di Ramo III (sotto forma di prodotti unit linked esclusivi) è diminuita del 30,5% con una raccolta di 23,6 miliardi di euro. La raccolta dei prodotti di capitalizzazione, seppur residuale, è stata pari a 1,1 miliardi di euro e ha registrato un incremento dell'8,6% nel periodo rispetto a fine dicembre 2021, attribuibile principalmente alla performance delle polizze collettive (+26%). I volumi di nuovi premi relativi alle polizze sanitarie di lungo termine (ramo IV) continuano a essere contenuti (circa 85 milioni di euro) e in crescita (+8,9%) rispetto al 2021.

I nuovi contributi relativi alla gestione dei fondi pensione hanno registrato una raccolta di 1,6 miliardi di euro, in aumento (+80%) rispetto al 2021.

I premi unici hanno continuato a essere la forma di pagamento preferita dagli assicurati, rappresentando il 94,4% del totale dei premi emessi e il 58,7% delle polizze per numero.

Per quanto riguarda il canale distributivo, il 63,3% della nuova produzione è stata intermediata attraverso banche e uffici postali fino alla fine di dicembre 2022, con una raccolta premi di 48,6 miliardi di euro, in calo (-9,3%) rispetto al 2021. Per quanto riguarda invece l'intero canale agenziale, il volume di nuovi affari distribuiti ha raggiunto i 15,5 miliardi di euro, segnando un calo dei volumi del 6,8% rispetto al 2021 e con un'incidenza sul totale del lavoro intermediato del 20,2%.

La performance della nuova produzione ottenuta attraverso i consulenti finanziari abilitati è stata di 11,2 miliardi di euro, in forte calo (-28,8%) rispetto all'ammontare collocato nell'anno precedente e con un'incidenza sul totale dei premi intermediati pari al 14,6%.
Infine, il canale dei broker e delle vendite a distanza ha registrato nel periodo un calo del 31,9% rispetto al 2021, con un volume di premi collocati pari a 1,4 miliardi di euro (ovvero l'1,9% del totale intermediato).


Ramo Danni

Per quanto riguarda il mercato assicurativo danni, sulla base dei dati ufficiali disponibili alla fine del terzo trimestre del 2022, il totale dei premi diretti italiani, comprensivi anche delle polizze vendute da imprese italiane ed estere, è stato pari a 29 miliardi di euro, in aumento del 6,3% rispetto allo stesso periodo del 2021, quando il settore aveva registrato una crescita del 2,8%. Il suddetto incremento è attribuibile, in particolare, alla ripresa del ramo Non Auto (+11,6%), mentre i premi del ramo Auto sono rimasti sostanzialmente stabili (-0,5%). Con riferimento a quest'ultimo, si è registrata una diminuzione del 2% dei premi del ramo RC Auto, mentre i premi del ramo Corpi di veicoli terrestri sono cresciuti del 5,1%.

Per quanto riguarda il ramo Non Auto, tutti i principali rami assicurativi hanno contribuito alla suddetta crescita dell'11,6% nel periodo: i) il ramo Malattia con un volume di 2.585 milioni di euro e una crescita del 14,5%; ii) il ramo Danni alla persona con premi pari a 2.692 milioni di euro e un incremento del 5,4%; iii) il ramo RC generale con premi pari a 3.424 milioni di euro e un incremento del 12,1%; iv) il ramo Altri danni ai beni con un incremento del 10,6% e volumi totali pari a 2.812 milioni di euro; v) infine, il ramo Incendio ed elementi naturali con una produzione totale di 2.016 milioni di euro e un incremento del 7,1%.

Per quanto riguarda i canali distributivi, quello agenziale si conferma leader con una quota di mercato del 73% in linea con il dato registrato nello stesso periodo del 2021. I broker rappresentano il secondo canale distributivo dei premi danni con una quota di mercato dell'8,7% (8,4% a fine settembre 2021), mentre gli sportelli bancari e postali registrano una quota di mercato del 9,2% (8,3% nei primi nove mesi del 2021).

Per quanto riguarda le vendite dirette nel loro complesso (incluse quelle a distanza, telefoniche e via internet), a fine settembre 2022 si registra un'incidenza dell'8,7% (in calo rispetto al 9,5% del corrispondente periodo del 2021). Il restante 0,4% (equivalente al dato di fine settembre 2021) è relativo ai premi intermediati da consulenti finanziari qualificati.

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