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La bollatrice del cavalier Sessini. Elettrica. Nel 1896. La prima bollatrice elettrica a Milano.

Addirittura la Gazzetta Ufficiale, del primo ottobre del 1896. Seguita dalla “Illustrazione Italiana”, del 20 dicembre, con tanto di illustrazioni di Achille Beltrame. La bollatrice elettrica Sessini, dal nome del suo inventore, fa subito scalpore. Giacché si spedisce sempre di più, si timbra sempre di più e qualunque marchingegno permetta di timbrare più lettere in meno tempo è glorificato.
Nel 1896 si timbra sempre a mano con apposite bollatrici da tavolo, ma sono già diffuse bollatrici un po’ più evolute, dotate di un meccanismo a pedale che permette di rendere più veloci le operazioni. Francesco Sessini “direttore aggiunto presso la locale Direzione provinciale” ci informa la Gazzetta Ufficiale, un bel dì, entrando nella sala dei telegrafi ha un’illuminazione: E se applicassimo un motore elettrico alla bollatrice a pedale? L’ispirazione gli viene dai telegrafi Hughes il cui meccanismo, prima azionato manovrando con un pedale dei pesi, è ora azionato da un motore elettrico. Detto, fatto.
Così, recita la Gazzetta Ufficiale, “il giorno 23 settembre, in una sala dell'ufficio telegrafico di Milano, alla presenza di una numerosa Commissione, presieduta dal comm. Roversi, direttore superiore delle Poste e dei Telegrafi, ebbe luogo l'esame e il definitivo esperimento di una nuova macchina per bollare le lettere, ideata dal signor Francesco Sessini, (…) uomo colto e intelligentissimo, il quale ha già presentato altri importanti ed utili invenzioni, e a cui auguriamo quelle maggiori soddisfazioni che sono dovute al suo vivace ingegno e alla sua costante operosità. La nuova macchina è messa in azione da un semplice motorino elettrico che comunica il movimento al braccio che sostiene i bolli per mezzo di un tirante, il quale allaccia due ruote eccentriche. Si hanno da 75 a 116 bolli al minuto, chiari o perfetti, o la velocità viene accelerata o ritardata a piacimento, e lo stesso bollatore la regola, adattandola alla sua stessa sveltezza. Questa ingegnosa e ben riuscita innovazione recherà gran sollievo alla classe dei serventi bollatori, che devono ora sostenere un faticosissimo lavoro, nocevole alla salute, e con grave perdita di tempo, a scapito delle spedizioni... Ne avvantaggeranno eziandio i destinatari delle lettere, i quali potranno leggere chiaramente il luogo e la data d'impostazione. Questa macchina ha pure il pregio di essere unita di doppi bolli, mentre attualmente si bolla con un sol bollo a mano, le cui impressioni riescono nella massima parte veramente indecifrabili”.

Innovazione non da poco, quella del Sessini, visto che in quegli anni le Poste milanesi sono le più “colossali” del Regno, superando quelle di Roma e di Napoli messe insieme. Lo afferma “L’Illustrazione Italiana” a dicembre del 1896. La rivista sottolinea che nel periodo natalizio c’è una mole sconfinata di spedizioni in partenza dalla Stazione Centrale, dove si concentra il grande lavoro della Posta: “valanghe di pacchi che vengono scaricati dai furgoni e caricati rapidamente sui treni” e che spesso contengono “i panattoni milanesi” – come riportato nell’articolo - spediti in tutto il mondo. Pacchi, cartoline, lettere, biglietti di auguri. Proprio nel periodo dell’anno in cui più concitato è il lavoro di ripartizione e bollatura, fa il suo ingresso la bollatrice elettrica del cavalier Sessini. Il quale “cavaliere” ancora non è. Lo diventerà prestissimo. Il suo nome compare nel Bollettino Ufficiale delle Poste e Telegrafi n. 4 del 1897, “nominato cavaliere nell’Ordine della Corona d’Italia”.

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