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La vita, in breve, del postino fotografo Lorenzo Foglio Dai banchi di scuola al banco ottico. La vita, in breve, del postino fotografo Lorenzo Foglio (1886-1974), scoperto dal fotoreporter Mario Dondero.

Lorenzo Foglio Nell’edizione del tre marzo TG Poste ha dedicato un servizio, ispirato dall’Archivio Storico, al postino fotografo Lorenzo Foglio (1886-1974), scoperto dal fotoreporter Mario Dondero e al documentario del regista Stefano Alpini che ne ripercorre le vicende e che racconta il ritrovamento del suo archivio fotografico. 

Nel fascicolo personale del postino fotografo Lorenzo Foglio, conservato e digitalizzato dall’Archivio Storico di Poste Italiane, della sua attività di fotografo, comprensibilmente, non v’è traccia. Scopriamo, invece, qualcosa di lui, delle sue umane vicende.

Alunno diligente e bravo cittadino

Scopriamo che nell’anno scolastico 1897-1898 era stato ammesso alla quarta elementare del Collegio Barolo e poi promosso in quinta, dopo aver superato i prescritti esami.

Il giovane Lorenzo era un alunno molto bravo, come attesta il 9 in Componimento, il 10 in Dettatura, il 9 in Calligrafia (calligrafia!!! Come chi scrive alle elementari un po’ di decenni fa, purtroppo), un altro 9 in Letture, Spiegazioni e Riassunto delle cose lette; era invece meno portato per “Aritmetica” e per “Storia, Geografia, Divini e Doveri del cittadino” (Doveri del cittadino, materia da ripristinare, subito!): solo sette, ma un sette di allora…
Bravo alle scuole elementari e poi alle Scuole Tecniche del collegio di Barolo (Cuneo) dove viveva, e alle Scuole dei padri Salesiani in Valsalice a Torino dove apprende anche i fondamenti dell’arte fotografica (e tipografica) per poi cominciare a maneggiare il banco ottico dei fotografi professionisti.

Oltre che un fotografo di talento Lorenzo Foglio è stato sicuramente un bravo cittadino e un bravo postino. Lo attestano le referenze contenute nel suo fascicolo personale. “Di buona condotta politica e morale” lo definisce il sottoprefetto d’Alba nel 1922. “Disimpegna lodevolmente il proprio servizio” attesta una comunicazione dell’Amministrazione delle Poste e Telegrafi di Cuneo, datata 13 luglio 1939. “Ben visto e stimato dalla popolazione locale” scrive di lui, quindici anni dopo, il Prefetto di Cuneo, nel 1955.

Lorenzo Foglio Nel 1955 Lorenzo Foglio ha già 69 anni e cinquant’anni di lavoro come portalettere. Ha cominciato come “provvisorio” nel 1915 ed è diventato portalettere a tutti gli effetti nel 1925. Andrà in pensione nel 1956. Malvolentieri, perché aveva richiesto di poter continuare a lavorare, anche solo per pochi mesi in più. Sarebbe bello pensare che la ragione fosse il legame con l’attività di portalettere e con i compaesani ai quali consegnava quotidianamente la posta e, in questo, c’è sicuramente del vero, ma è altrettanto vero che - come spiega in una lettera all’Amministrazione delle Poste - di quello stipendio, di importo superiore a quello della pensione, aveva reale bisogno per campare. Cagionevole di salute, aveva dovuto anche affrontare cure costose e prolungate per la moglie. Una condizione difficile per chi versa in “mediocri condizioni economiche”.

Non doveva essere un’attività molto remunerativa fare il fotografo a Barolo, un piccolo paese delle Langhe, soprattutto se si pensa ai soggetti da lui scelti e ai costi del materiale fotografico. Possiamo immaginare si facesse corrispondere qualche cifra per i ritratti dei documenti d’identità, o per foto commissionate in occasione di eventi o celebrazioni. Ma sono veramente tante, tantissime, le fotografie da lui scattate perché fotografare era “semplicemente” la sua ragion d’essere.

Le Poste con lui sono state generose, solidali. Sia le Poste del Regno d’Italia sia le Poste della Repubblica. Dal carteggio conservato nell’Archivio Storico emergono infatti diverse sue richieste di  sussidio che verranno sempre accolte, visto che gode “di buona estimazione”, previa verifica delle reali condizioni economiche: un piccolo appezzamento di terreno (vigneto) e una porzione di casa a Barolo, “il tutto per un valore complessivo Lire 12.000”. “Notoriamente vive in dignitosa povertà” si legge in un documento del 1963.
 


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