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Avere e far crescere un bambino Comprende le strategie di risparmio e investimento.

Avere e far crescere un bambino

Perché

Mettere al mondo un figlio è un’esperienza straordinaria che rivoluziona il percorso di vita di tutta la famiglia: genera nuove progettualità, modifica le priorità di risparmio e ridefinisce l’intera economia familiare, presente e futura.
Un Paese in cui ci sono molti bambini è un luogo pieno di opportunità che scommette sul futuro, che genera sostenibilità e benessere. Per questo, da tempo si immaginano e attuano politiche pubbliche, più o meno efficaci, volte ad incentivare la natalità. Nonostante questo, in Italia si nasce ancora troppo poco e le ragioni sono sociali, personali ed economiche. Per molte coppie essere economicamente stabili è infatti un prerequisito fondamentale per allargare la famiglia.
 
Se da un punto di vista pubblico si può cercare di garantire ai giovani condizioni occupazionali solide e attuare politiche familiari incisive, anche sul fronte personale possiamo fare molto.  
Il primo passo fondamentale è quello di assumere il controllo sulla nostra vita economica.
Questo significa, ad esempio, informarsi sul significato economico dell’essere genitori, vuol dire conoscere le risorse pubbliche e private su cui possiamo fare affidamento, significa attivarsi per costruire un bilancio familiare stabile, nel presente e nel futuro.
 

Cosa

La nascita di un figlio modifica i consumi di tutta la famiglia. L’arrivo di un bambino genera infatti costi immediati (spese sanitarie in gravidanza, passeggino, lettino, fasciatoio, vestiario, ecc.) e costi legati alla crescita e al raggiungimento dell’autonomia economica (che secondo l’ISTAT avviene mediamente dopo i 30 anni).  
Dal monitoraggio effettuato da Federconsumatori, mantenere un bambino nei primi 12 mesi di vita ha un costo variabile che può superare i 15.000 euro, mentre accompagnarlo nei suoi primi 18 anni può arrivare a costare fino a circa 270 mila euro, in funzione del reddito familiare.
Le spese però non finiscono qui: un buon futuro passa, infatti, anche attraverso una buona educazione e una formazione scolastica adeguata. Se si sceglie un percorso universitario, ad esempio, oltre alle tasse, che rappresentano una voce particolarmente rilevante, occorre considerare il costo dell’affitto, dei libri e del materiale didattico nonché delle spese per alimentazione, socialità e trasporti. Se poi la scelta ricade su un master universitario, magari all’estero, ecco che le uscite lievitano ulteriormente.
La responsabilità (economica ed affettiva) nei confronti dei figli non termina con l’uscita di casa e il raggiungimento dell’autonomia economica, ma può proseguire oltre, fino a quando ce ne sarà bisogno. Fino a quando, forse, potremo essere noi ad aver bisogno di loro.
Come farli vivere sereni e aiutarli a realizzare i loro sogni? Come proteggerli? E come crescere insieme facendo quadrare i conti di casa?
 

Come

Come abbiamo visto, i costi legati alla nascita e crescita di un figlio non sono affatto esigui.
Lo Stato aiuta i genitori mettendo a disposizione supporti economici ad hoc (come ad esempio l’assegno unico per i figli o il bonus nido), ma spesso gli importi sono limitati e potremmo non avere i requisiti richiesti. 
La prima cosa che possiamo fare è ordinare entrate e uscite familiari e avviare un’attività di budgeting mirata, definendo obiettivi di risparmio “post nascita”, modificando le nostre abitudini di consumo e ridimensionando le spese superflue con tagli mirati sui consumi non essenziali.
Per rendere ancora più efficace questa attività, si possono utilizzare numerose app gratuite che permettono di tenere sotto controllo le spese quotidiane: strumenti di grande moda, ma anche di grande utilità.

Una buona attività di budgeting è necessaria, ma non è sufficiente. La vita non scorre infatti su binari dritti e privi di ostacoli, ma può nascondere qualche intoppo. Dobbiamo quindi proteggerci dagli imprevisti.
Proteggere i figli significa innanzitutto riflettere su come potrebbe modificarsi il bilancio familiare se, ad esempio, uno dei genitori si ammalasse o venisse a mancare, se i risparmi di una vita venissero intaccati da un evento inatteso come un incendio o una grossa spesa sanitaria imprevista.
Riusciremmo comunque a fare la spesa, a pagare le bollette, a sostenere le rate del mutuo, a pagare l’asilo o l’università dei nostri figli? In caso di invalidità o premorienza lo Stato aiuta i cittadini, ma le prestazioni assistenziali sono spesso esigue e anche in questo caso potremmo non avere i requisiti per poterne beneficiare.
Proteggersi significa quindi individuare soluzioni assicurative coerenti con i nostri obiettivi che, in caso di grandi rischi, mettano a disposizione della famiglia un capitale immediato per far fronte a tutte le spese.

Proteggere i figli significa, inoltre, riflettere su chi vorremmo che si prendesse cura di loro nel caso in cui ci accadesse qualcosa. La legge italiana permette di farlo in modi tutto sommato semplici, ad esempio, tramite il ricorso ad una scrittura privata autenticata.
Molti di noi preferiscono non pensare a queste eventualità, per scaramanzia o per paura. Evitare comportamenti ingenui e non lasciare nulla al caso è, però, un atto di grande responsabilità che dobbiamo ai nostri figli.

Crescere un bambino non significa solo proteggerlo dai rischi, ma significa anche aiutarlo a costruire il suo futuro, ad esempio, permettendogli di frequentare una buona università o aiutandolo ad acquistare la sua prima casa.
Gli strumenti finanziari a disposizione per obiettivi di vita importanti sono molti; i piani di accumulo finalizzati permettono, ad esempio, di mettere da parte quel che servirà in futuro, quasi senza accorgersene.
Perché non essere ancora più lungimiranti e proiettarsi in un futuro ancora più lontano?
Stando alle stime, i giovani di oggi, se nulla cambia, andranno in pensione sempre più tardi e con pensioni sempre più esigue. Aiutare i figli a costruirsi una pensione di scorta è una scelta generosa e conveniente. I versamenti in previdenza complementare effettuati per conto dei figli sono infatti deducibili dai genitori, al netto di eventuali forme previdenziali già sottoscritte, fino ad un massimo di 5.164 € annui.  Certo, si parla di date molto lontane nel tempo: il 2090 per un neonato, il 2079 per un figlio di dieci anni.  Il tempo, tuttavia, è un alleato prezioso da non sottovalutare. 
 
Riepilogando, in caso di nascita di un figlio:
 
  1. individuare i supporti statali destinati ai genitori, verificare i requisiti e attivarsi per effettuare il calcolo del proprio ISEE, necessario per richiedere la gran parte delle prestazioni pubbliche;
  2. assumere consapevolezza sui costi medi di assistenza, di cura, formazione e crescita di un figlio, sino al raggiungimento dell’autonomia economica;
  3. avviare un’attività di budgeting per organizzare meglio entrate ed uscite e gestire i bisogni economici del nuovo arrivato, presenti e futuri;
  4. proteggere la propria famiglia qualsiasi cosa accada e attrezzarsi in caso di gravi imprevisti che mettono a rischio la stabilità economica della famiglia;
  5. utilizzare bene i risparmi con versamenti periodici, per aiutare i figli a raggiungere obiettivi di vita importanti;
  6. accantonare quel che serve per una vecchiaia di benessere versando in un fondo pensione integrativo per il figlio.