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Prepararsi alla pensione Planning.

Prepararsi alla pensione

Perché

Ognuno di noi passerà, in media, più di 20 anni in pensione. Questo lungo periodo, tuttavia, si accompagna spesso a un pensiero che muove in due direzioni opposte: da una parte, infatti, potremmo voler smettere di lavorare appena possibile per andare in pensione approfittando dell’apertura di una nuova finestra normativa. Dall’altra, invece, potremmo voler evitare o posticipare la pensione, perché non ci piace il pensiero di poterci sentire di “peso” o non più giovani e non più nel pieno della vitalità e produttività. Inoltre, ad appesantire il tutto c’è il fatto che spesso abbiamo poca attrattività per la pensione pubblica e scarsa fiducia generale nei suoi meccanismi in continuo cambiamento. 
Eppure, 20 anni di tempo possono essere accompagnati da una qualità della vita appagante o essere gestiti al limite continuo del bisogno e molto dipende proprio dalle scelte che possiamo fare in età da lavoro.
Ecco perché pensare alla pensione è tanto importante, perché le scelte e le mancate scelte di oggi non potranno essere modificate quando sarà troppo tardi per poterlo fare.
 

Cosa

La pensione coincide quasi sempre con la fine lavoro, ma non necessariamente. In Italia, infatti, ci sono molte persone che, costrette ad uscire dal mondo del lavoro, si trovano in una terra di mezzo nella quale si è troppo anziani per lavorare, ma troppo giovani per avere diritto a una pensione. Anche questa possibilità, sebbene tecnicamente non faccia parte della “pensione”, andrebbe valutata dotandoci di riserve utili a poter gestire questa nuova evenienza. Tornando, però, più specificamente alla pensione, le aree da tenere sotto controllo sono due: i tempi e i soldi (tenendo conto che, nel caso di una coppia, le analisi andranno svolte separatamente per essere sicuri che ciascun componente possa disporre di una qualità della vita in pensione soddisfacente anche se rimane solo).

I tempi della pensione sono più di uno: oltre, infatti, alla possibilità che si smetta di lavorare prima di andare in pensione, ci sono i tempi di legge che ci consentono di andare in pensione con due forme di requisiti diversi. La possibilità più nota è costituita dalla cosiddetta pensione di vecchiaia, alla quale si ha diritto al raggiungimento di una determinata età, che oggi è intorno ai 67 anni, purché si sia contribuito alla propria previdenza pubblica per un numero minimo di anni, che ad oggi sono 20.
C’è tuttavia una seconda possibilità, che è quella della pensione anticipata (la vecchia pensione di anzianità), il cui requisito non consiste nell’età anagrafica ma nell’anzianità contributiva, ossia nel numero di anni nei quali si sono versati contributi previdenziali. Qui, il requisito minimo varia ancora tra uomini e donne e supera i 41 anni di versamenti. Le età e gli anni di contribuzione stabiliti per avere diritto alla pensione non sono fissi ed immutabili, ma vengono aggiornati di continuo per due motivi opposti. Il primo è legato all’allungamento della speranza di vita, che sposta in avanti i requisiti previsti ogni volta che la speranza di vita registrata dall’ISTAT cresce. Il secondo, che va in direzione opposta, è di ordine politico-negoziale e fa sì che più o meno ogni volta che c’è una modifica legislativa si aprano possibilità limitate di anticipare l’età pensionabile. Le modalità più tipiche per fare questo sono rappresentate dalle cosiddette quote, ossia numeri che sommano le età e gli anni di contribuzione e consentono di maturare il diritto alla pensione in anticipo rispetto ai requisiti standard. Per fare un esempio, quando si sente parlare di quota 102 questo può significare che per chi ha 64 anni di età e 38 di contribuzione (64+38=102) si apre una possibilità, limitata nel tempo, di maturare il diritto alla pensione. Le eccezioni, in questi anni, sono molte. Il motivo è quello di tenere conto anche della situazione del mercato del lavoro e dell’esistenza di lavori che non consentono di essere svolti ad età molto avanzate.

Prepararsi alla pensione, tuttavia, non significa solo conoscere le regole del sistema di appartenenza, ma soprattutto acquisire consapevolezza sugli importi pensionistici che possiamo attenderci e simulare se, con questi importi, possiamo permetterci la qualità della vita desiderata. Ovviamente questo dipende dal progetto pensione “personale”: c’è chi, infatti, aspetta la fine del lavoro per aumentare le attività del tempo libero e chi invece intende riposarsi. Anche per questo, i redditi da lavoro attuali non sono un riferimento utile per capire di cosa avremo bisogno quando smetteremo di lavorare. Che fare, dunque, per preparare adeguatamente un tempo così lungo senza essere approssimativi o frettolosi?
 

Come

La gestione economica della pensione può essere intesa come una attività di budget modificata rispetto ad oggi, perché parte dall’ipotesi di qualità e standard di vita che desideriamo per noi quando smetteremo di lavorare. In questo senso è un nuovo mondo da inaugurare, del tutto diverso da quello attuale per spese, tempi, consumi e progetti. I passi per attivare un progetto pensionistico solido sono quattro.
 
  1. Definire una situazione-obiettivo di stabilità, facendosi una idea dei costi che dovremo sostenere quando avremo smesso di lavorare. Per questo, è utile partire dall’oggi e riflettere sulle differenze tra un tempo di lavoro nel quale si spende per lavorare, i figli sono a carico e il tempo è poco ed un tempo della pensione nel quale non dovremmo più avere figli a carico e potremo dedicarci maggiormente ai nostri desideri.
  2. Bisogna, poi, stimare le risorse economiche delle quali potremmo contare in pensione, a partire dall’importo delle prestazioni pubbliche e considerando anche le forme pensionistiche eventualmente sottoscritte ed ogni altra forma di risparmio destinato specificamente all’integrazione della pensione pubblica.
  3. Confrontare gli obiettivi del punto 1 con le disponibilità del punto 2, verificando quanta parte delle proprie necessità è coperta dalle disponibilità quantificate in precedenza.
  4. Se ci sono delle distanze tra ciò che ci servirebbe e quello che avremmo a disposizione, è bene confrontarsi con il proprio consulente per comprendere come minimizzare, in tutto o in parte, il rischio di vivere a lungo senza potersi permettere ciò che desideriamo e meritiamo.
 
Riepilogando, per acquisire consapevolezza sulla propria pensione:
 
  1. bisogna considerare che in pensione passeremo molto tempo e che è necessario assumere il controllo economico su quello che accadrà;
  2. non si può confrontare l’oggi con il domani, ma bisogna iniziare a immaginare il tipo di vita desiderata e le necessità economiche che ne conseguono;
  3. è necessario attivare una pianificazione che, partendo dagli obiettivi, analizzi i tempi (il quando) e i soldi (il quanto) necessari, stimando anche il contributo delle previdenze pubbliche e complementari di cui si dispone.