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Il sistema assistenziale e previdenziale Conoscere il sistema previdenziale e assistenziale significa acquisire consapevolezza su quel che si può ricevere e su quanto si deve dare.

Perché

Eleggibilità, requisiti, prestazioni, assistenza, previdenza… il sistema pubblico a tutela dei bisogni sembra complicato ma in realtà lo è meno di quanto non si pensi. Conoscere il sistema non significa accumulare nozioni ma acquisire consapevolezza su quel che si può ricevere e su quanto si deve dare, per utilizzare bene ciò che c’è a disposizione e non rischiare di perdere possibilità per disattenzione o non conoscenze delle regole di base. Di seguito le regole di base del mondo INPS. Esistono tuttavia anche casse di previdenza obbligatoria per liberi professionisti (avvocati, medici, ingegneri ecc.) con proprie regole, requisiti e sistemi di calcolo.
 

Cosa

Il sistema pubblico si compone di due grandi famiglie: assistenza e previdenza.
L’assistenza protegge chi subisce grandi imprevisti che ne mettono a rischio la salute o il reddito necessario a vivere. Fanno parte dell’assistenza il sistema sanitario nazionale e le prestazioni assistenziali per invalidità e morte. Il finanziamento è prevalentemente pubblico, ottenuto tramite imposte e contributi.
La previdenza è una forma di accantonamento obbligatorio di contributi per le proprie necessità presenti e future. L’esempio più comune è quello della previdenza pensionistica, che i lavoratori si costruiscono con i propri contributi obbligatori ed eventualmente con quelli integrativi. Il finanziamento è individuale ma non libero nella parte legata ai contributi lavorativi. La contabilità dei versamenti, tuttavia, segue due regimi distinti: il calcolo delle prestazioni, infatti, è effettuato valorizzando contributi che nella realtà non sono accantonati perché vengono utilizzati, a tempo “zero”, per pagare le prestazioni di chi ne ha diritto.
In sintesi, nell’assistenza si è assistiti e nella previdenza si costruisce il proprio diritto con i propri versamenti. In alcuni casi, le prestazioni pubbliche sono miste in parte finanziate dai propri contributi e in parte dalla solidarietà generale, che opera attraverso contributi e imposizione fiscale.
 
Le principali prestazioni assistenziali sono:
  • Pensioni di invalidità e inabilità 
  • Pensione superstiti: indiretta e di reversibilità 
  • ​Sanità

Ad esse si sommano indennità civili, prestazioni di accompagnamento e supporti specifici.

Pensioni di invalidità e inabilità
Le pensioni di invalidità civile sono riconosciute ai cittadini anche se non lavoratori, per menomazioni congenite o acquisite quali mutilazioni, cecità, sordità e questo comporta la riduzione temporanea a meno di un terzo della capacità lavorativa. Se la capacità lavorativa non è ridotta possono essere previste prestazioni per invalidità civili parziali ed assegni di accompagnamento.
Le pensioni di invalidità per i lavoratori sono riconosciute se c’è la riduzione temporanea a meno di un terzo della capacità lavorativa (assegno ordinario di invalidità) o se viene accertata l'assoluta e permanente impossibilità di svolgere qualsiasi attività lavorativa (pensione di inabilità). In entrambi i casi sono comprese le infermità fisiche e quelle mentali.
Le pensioni di invalidità e inabilità per i lavoratori richiedono un certo numero di settimane di contributi per entrare nel diritto e non coprono gli ex lavoratori (chi ha smesso da due anni o più).
 
Pensioni superstiti
La pensione ai superstiti è un trattamento pensionistico riconosciuto ai familiari superstiti alla morte di un lavoratore (pensione indiretta) o di un pensionato (pensione di reversibilità).
Nel caso di pensione indiretta il diritto si acquisisce se il lavoratore ha maturato un certo numero di settimane di contributi, se ci sono familiari che ne hanno diritto. Se il numero di familiari è inferiore a tre, l’importo calcolato viene ridotto. Inoltre, nel caso in cui il reddito familiare superi alcune soglie predefinite, la misura viene ridotta.
 
Sanità
La sanità italiana è gratuita e pubblica a prescindere dallo status e dal livello reddituale del cittadino ma richiede ticket sanitari, ossia quote di compartecipazione diretta dei cittadini alla spesa pubblica se si supera un certo reddito annuo. Ogni regione prevede esenzioni che possono riguardare particolari patologie o l’appartenenza a particolari fasce o condizioni sociali (es. donne in stato di gravidanza, donatori di sangue, soggetti minori di anni 14 etc), indipendentemente dal reddito familiare. Nella realtà, tuttavia, la spesa di tasca propria in Italia non è esigua, perché si verifica spesso la necessità di ricorrere a visite o cure private.
 
Le prestazioni previdenziali
Consistono nella cosiddetta pensione di quiescenza o di fine lavoro.
Il diritto si matura in maniere diverse in funzione di quando si è cominciato a lavorare.
Per coloro che hanno cominciato a contribuire prima del 31.12.1995 le possibilità sono due:

  • pensione di vecchiaia, che si consegue a 67 anni di età purché si siano versati almeno 20 anni di contributi
  • pensione anticipata, che si consegue dopo aver contribuito almeno 41 anni e 10 mesi per le donne e 42 anni e 10 mesi per gli uomini, a prescindere dall’età anagrafica

Per coloro che hanno cominciato a contribuire dopo il 31.12.1995 le possibilità sono tre:

  • pensione di vecchiaia, che si consegue a 67 anni di età purché si siano versati almeno 20 anni di contributi e l’importo calcolato risulti maggiore di 1,5 volte l’assegno sociale
  • pensione anticipata, che si consegue dopo aver contribuito almeno 41 anni e 10 mesi per le donne e 42 anni e 10 mesi per gli uomini, a prescindere dall’età anagrafica
  • pensione di vecchiaia anticipata, che si consegue a 64 anni di età purché si siano versati almeno 20 anni di contributi effettivi e l’importo calcolato risulti maggiore di 2,8 volte l’assegno sociale

 

Come

Ognuno dovrebbe verificare requisiti, tempi ed importi delle proprie prestazioni assistenziali e previdenziali.
Le prestazioni assistenziali si possono ipotizzare, a grandi linee, partendo dal proprio estratto conto contributivo e individuando la somma dei contributi maturata. Moltiplicando questa somma per il valore percentuale indicato in INPS per i 57enni (o per la propria età se superiore) si può avere una indicazione di massima sul diritto ai superstiti di un lavoratore1. Per i pensionati, il coniuge ha diritto al 60% della pensione che veniva erogata al deceduto. Le somme, come accennato, possono ottenere riduzioni significative in funzione del numero degli aventi diritto (familiari) e dei redditi familiari.
Per la pensione di inabilità, una stima di massima (il calcolo è più approfondito) si può realizzare sommando ai contributi totali maturati un importo pari al contributo attuale moltiplicato per gli anni che mancano al 60° anno di età e moltiplicando questa somma per il valore percentuale indicato in INPS per i 60enni. Se si è raggiunta una età superiore, si può moltiplicare la somma dei contributi maturata per il valore percentuale corrispondente alla propria età.
Infine, per le pensioni di vecchiaia ed anticipate, il consiglio è quello di adoperare il simulatore INPS “La Mia Pensione”2.
Una ultima attenzione: per mettere in sicurezza il sistema previdenziale nel caso di cambiamenti di contesto, la data di inizio della pensione futura ed i coefficienti adoperati per il calcolo varieranno in funzione dei futuri adeguamenti della speranza di vita. I contributi versati, inoltre, verranno rivalutati in base all’andamento del PIL e gli stessi coefficienti verranno costantemente adeguati. Acquisite, pertanto, gli importi che vengono comunicati con qualche prudenza, e aggiornate le stime nel tempo.
Anche per questo, e per passare da ipotesi “semplicistiche” a stime affidabili, le prestazioni pensionistiche andrebbero verificate, di continuo, con il proprio consulente, esperto di regole, requisiti, stime e impatti fiscali.