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Per Confconsumatori l’Italia sta molto indietro in merito a cultura assicurativa. Qual è la tua opinione? Ci fai una fotografia degli italiani e del loro rapporto con le polizze?
 
Mara Colla: E’ noto a tutti che gli italiani fanno fatica ad attivare polizze assicurative adeguate a proteggerli dai rischi più gravi. Banca d’Italia, Ivass e altre voci autorevoli ci parlano di Paese “sotto assicurato”, mentre i giornali – giusto poco tempo fa – suggerivano che i nostri concittadini spendono più volentieri in scommesse (100 miliardi di euro all’anno per il gioco d’azzardo) piuttosto che ragionare di protezione del rischio.
A questa situazione contribuiscono essenzialmente tre fattori:
1) la convinzione (purtroppo ormai infondata) che il cosiddetto “primo pilastro” (Inps, Inail, Casse di previdenza) sarà sufficiente a tutelare i propri cari in caso di eventi avversi;
2) il sostanziale analfabetismo assicurativo che riguarda trasversalmente tutte le generazioni;
3) il contesto ricco di “trappole” e delusioni in cui si è mosso il consumatore negli ultimi decenni, anche per polizze di ramo III, che avevano come sottostante prodotti finanziari che hanno portato a gravi perdite.

Sebbene le ultime indagini diano qualche segnale incoraggiante in tema di gestione consapevole del risparmio e previdenza, la pandemia non ha certamente aiutato a migliorare la serenità dei risparmiatori. E non è facile invertire la rotta se consideriamo che l’Italia resta, purtroppo, tra i peggiori in Europa in tema di educazione finanziaria. È da qui che noi vogliamo ripartire: la cultura del consumatore e la centralità dei suoi diritti sono precondizione per restituire fiducia e slancio al settore bancario e assicurativo.
 
Andrea Pezzi: Sono d’accordo, la cultura assicurativa in Italia ha bisogno di fare passi in avanti: la diffusione delle polizze di protezione nel nostro paese è meno della metà della media europea e purtroppo ne paghiamo le conseguenze.
Vi do qualche dato esemplificativo partendo da un tema «catastrofale» per poi passare a situazioni più «quotidiane». l’Italia è un paese sismico, negli ultimi 40 anni ci sono stati purtroppo diversi terremoti che hanno distrutto le abitazioni di altrettante famiglie. In media 10 mila famiglie all’anno ne sono state colpite. Il ripristino dell’abitazione è in capo allo stato e i tempi sono di 15 anni. Ma paradossalmente, solo il 2% degli italiani è assicurato per eventi sismici.
Sul fronte della sanità, ogni anno gli italiani spendono circa 40 miliardi di tasca propria, una somma importante di cui solo una piccolissima parte (meno del 10%) è una spesa organizzata tramite polizze assicurative o fondi.
L’altra faccia della stessa medaglia la si osserva sul fronte del risparmio: vince ancora la mentalità di tenere fermi i soldi per emergenze future ed imprevisti, invece di proteggersi dai rischi con le polizze e liberare per gli investimenti il resto dei risparmi. Parliamo di circa 1,7 miliardi immobilizzati sui conti correnti.
Come Poste abbiamo deciso di cambiare il paradigma e di parlare in modo diverso di assicurazioni: vogliamo soprattutto aiutare i clienti ad accrescere la propria consapevolezza nei confronti dei bisogni assicurativi.
 

Qual è l’approccio vincente per cambiare questa mentalità?
 
Mara Colla: Confconsumatori non può e non vuole limitare il suo raggio d’azione alla sola tutela dei consumatori che si rivolgono ai nostri sportelli o alla denuncia delle pratiche scorrette.
Da anni l’Associazione che presiedo lavora anche per fare prevenzione, sia producendo pareri e proposte migliorative alle Istituzioni, sia contribuendo all’educazione finanziaria dei consumatori insieme ad altre Associazioni che siedono con noi nel Consiglio Nazionale dei Consumatori e Utenti presso il Ministero dello Sviluppo Economico.
Abbiamo collaborato con Enti pubblici e Aziende, e soprattutto con Feduf (Fondazione per l’Educazione Finanziaria e al Risparmio) e con il Comitato Edufin per la programmazione e il coordinamento delle attività di Educazione Finanziaria.
Inoltre, abbiamo sottoscritto un protocollo con il Sindacato Nazionale Agenti-SNA per realizzare campagne d'informazione e formazione dei cittadini in materia di educazione assicurativa.
L’Agenda UE dei consumatori riafferma e rafforza - tra gli altri - i diritti alla piena informazione, alle garanzie a tutela del cittadino e alla trasparenza dei prodotti assicurativi e finanziari. Il nostro Paese è sempre più vecchio e bisognoso di assistenza, con un aumento preoccupante di persone non autosufficienti.
La spesa sanitaria e socio-assistenziale graverà sempre di più sulle spalle di famiglie che, oggi, fanno meno figli, guadagnano di meno rispetto al passato e si confrontano con un mondo del lavoro più incerto e discontinuo.
Il modello tradizionale di Welfare pubblico è in crisi: la spesa sociale non tiene il passo con i bisogni delle famiglie di domani.
Diventa sempre più necessario, quindi, considerare l’idea di integrare la protezione tramite polizze aggiuntive.
Anche il Mercato crediamo debba fare la sua parte per avvicinare il cittadino alla comprensione del prodotto assicurativo, lavorando sulla trasparenza, sui costi e sulla modularità del prodotto.
 
Andrea Pezzi: Tutto il Gruppo Poste Italiane punta sulla chiarezza e la trasparenza, noi in primis: il consumatore non deve sentirsi sopraffatto da termini tecnici o frasi contorte, ma deve essere messo nelle condizioni di scegliere e comprendere con semplicità.
Per questo abbiamo introdotto, sia sul sito che nelle sale consulenza, il Check up assicurativo (https://posteassicura.poste.it/check-up/prosegui.html?wt.ac=1476453799555).
È uno strumento gratuito, composto da 8 domande sulla vita del cliente: abitudini, stile di vita, esigenze. Solo dopo aver aiutato il cliente a mettere a fuoco i propri bisogni assicurativi passiamo a parlare della soluzione.
La nostra polizza, infatti, è modulare e può essere costruita attorno alle esigenze del cliente. Si parte quindi dal bisogno del consumatore, per poter fare una proposta tailor-made: il lavoratore autonomo avrà bisogno di una polizza infortuni, un genitore penserà al futuro dei figli, la polizza standard è un concetto superato. Il secondo step è un’azione di approfondimento a cura del consulente a fianco del cliente, in sala consulenza. Il risultato? Abbiamo raddoppiato le vendite di protezioni (+40% nel primo trimestre).
 

Pensi che Il costo delle assicurazioni possa essere un deterrente allo sviluppo della cultura assicuratva?
 
Mara Colla: Sì ma solo per i consumatori non sufficientemente informati. Il prezzo, infatti, non può essere l’unico criterio di comparazione.
Bisogna conoscere i contenuti contrattuali, i massimali, le rivalse, le esclusioni e le specifiche modalità di liquidazione dei sinistri per comparare tutele e prezzi delle polizze e la loro effettiva convenienza per ognuno di noi.
Riceviamo spesso reclami di utenti che si erano assicurati online con polizze RC auto a prezzi “stracciati” ma che al momento del sinistro hanno scoperto, a loro spese clausole di esclusione, non considerate al momento dell’acquisto.
Sottolineo infine che anche per le polizze di ramo III sarà fondamentale per gli intermediari fornire trasparenza sui costi, sia upfront che recurring, delle polizze vendute.
Questo non solo perché lo impone la direttiva IDD (Direttiva Europea sulla distribuzione dei prodotti assicurativi vita e danni), ma anche perché sarà un elemento di serietà professionale che i clienti valuteranno, anche grazie al nostro aiuto.


Cosa rispondi a chi dice che assicurarsi costa troppo?
 
Andrea Pezzi: Che più gente si assicura, più polizze vengono sottoscritte, più si abbassano i prezzi.
Noi, per esempio, siamo gli unici sul mercato a mettere sempre la protezione terremoto nella polizza casa. La protezione terremoto è abbastanza cara ma in questo modo noi possiamo calmierare il prezzo, grazie al numero elevato.
Inoltre, sulla parte sanitaria (copertura malattie), tradizionalmente le compagnie assicurative sanitarie garantivano un rimborso a prestazione effettuata, ma pagata con il potere contrattuale di un singolo.
Poste welfare e servizi, invece, organizza una intera filiera sanitaria, calmierando così i prezzi. I clienti che scelgono la forma diretta hanno accesso ad un prezzo più basso rispetto agli altri.